Abbiamo già parlato dei libri da leggere per bambini e bambine da 6 a 9 anni in occasione del Giorno della memoria.
In questo post, ci dedichiamo ai libri da leggere in occasione del Giorno della memoria per bambini, bambine, ragazzi e ragazze dai 10 anni in su. Si tratta di una età in cui le capacità di studio e di apprendimento sono affinate, lo spirito critico più acuto, la curiosità e la capacità di fare connessioni viva e in costante tensione. Ma si tratta anche di un momento difficile dal punto di vista psicologico, in cui molti ragazzi e ragazze combattono contro un continuo senso di inadeguatezza e sfiducia nelle proprie capacità. L’ansia e la paura di non farcela a realizzare i propri sono bussano alla porta con una certa insistenza. La giornata della memoria è l’occasione per conoscere ragazzi e ragazze che si sono ritrovati uomini e donne all’improvviso, che hanno dovuto cavarsela da soli, che hanno dovuto scegliere chi essere e chi diventare.
Da dove cominciare? Ecco 10 romanzi e 2 graphic novel per parlare della giornata della memoria insieme a bambini e ragazzi dai 10 anni.
La Repubblica delle farfalle
La Repubblica delle farfalle è la città in cui sopravvivono ancora la cultura, la musica, l’arte, ma in cui manca la libertà e sussiste solo la morte. Il giornale si chiama “Vedem” e rinasce ogni venerdì sera, quando i ragazzi deportati nel campo di si riuniscono nella redazione, prendono appunti, scambiano idee, si ritrovano a rievocare le tristi giornate appena trascorse. “Vedem” è per i ragazzi della Repubblica delle farfalle l’unico modo per rimanere attaccati alla vita e allo stesso tempo staccarsi da quello che vivono ogni giorno. L’unico momento di libertà che nessuno può togliere loro.
Scolpitelo nel vostro cuore
Liliana Segre racconta la sua vita nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, sin da quando vi arrivò all’età di tredici anni. È una storia tragica, ma, come lei stessa afferma, è importante raccontarla “perché anche le storie tragiche possono finire bene”. Liliana era una ragazzina appena adolescente, trovatasi improvvisamente sola a lottare per sopravvivere. La sua storia è un messaggio di speranza e di coraggio, una dichiarazione di amore appassionata alla vita: perché dopo aver visto ogni genere di orrore “puoi ancora vivere l’amore, puoi ancora, di nuovo, avere la tua casa nel mondo. Quindi bisogna essere forti. Avere speranza e scegliere la vita. Sempre.”
Misha corre
Un un bambino di otto anni, senza famiglia né soldi, che vive nelle strade di Varsavia durante il periodo della seconda guerra mondiale: rubare, correre e mangiare sono le cose che sa fare. Uri lo prende con sé, chiamandolo Misha e insegnandogli a cavarsela. Misha conosce Janina, una bambina ebrea di poco più piccola, ma l’invasione dei tedeschi rende i loro incontri sempre più pericolosi, così Misha decide di trasferirsi nel ghetto per poterle rimanere accanto. Anche trovare qualcosa da mangiare è sempre più difficile. Uri e Misha cercano cibo all’interno delle case abbandonate aiutando anche chi ne ha bisogno come i bambini del dott. Korczak. Il legame tra Misha e Janina è un’amicizia troppo forte, che non si spezza nemmeno quando lei dovrà salire sopra il treno.
Corri ragazzo corri
È la storia vera di Srulik Friedman, un ebreo polacco sopravvissuto alla persecuzione nazista grazia ad una interminabile fuga. A 8 anni Srulik rimane senza famiglia, il cibo nel ghetto scarseggia e così decide di unirsi ad altri bambini rubando e dormendo nelle soffitte vuote dei palazzi. Per mettersi in salvo d una retata Srulik fugge da Varsavia vivendo tra boschi e piccoli villaggi. Perderà un braccio perché un medico si rifiuterà di operare un ebreo, salverà la vita a diversi soldati russi, e riuscirà, infine, a capire che essere ebreo non è una colpa e nemmeno qualcosa di cui vergognarsi. Una storia di coraggio, di speranza e di amore per la vita.
Ho sognato la cioccolata per anni
È la storia vera di Trudi Birger che ha solo sedici anni quando viene deportata con la mamma nel campo di concentramento di Stutthof. Intorno a lei morte, violenza, miseria e crudeltà. Dentro di lei il desiderio di non cedere alla disperazione e di continuare a sperare che tutto questo sarebbe potuto finire. Questa è la sua storia, la storia di una ragazza che ha trovato il coraggio e la forza di sopravvivere e di non smettere di sognare la libertà.
Il violino di Auschwitz
Il libro è tratto da una storia vera, la storia di una famiglia ebrea che da un giorno all’altro è stata costretta ad intraprendere un viaggio senza ritorno nei campi di concentramento di Auschwitz. Eva Maria è una giovane musicista che riesce a trovare la forza per resistere alla fame, alla crudeltà elle atroci atroci sofferenze inferte aggrappandosi con tutte le sue forze alle note del suo violino. Proprio il violino è la voce narrante della storia, quel violino che è alla fine della guerra è stato ritrovato nel campo e custodiva al suo interno i messaggi che Eva Maria era riuscita a scambiare clandestinamente con suo fratello.
La musica del silenzio
Un romanzo ispirato alla storia vera di due bambini ungheresi sopravvissuti alla Shoah, scoperta grazie ai diari di Giorgio Perlasca, insignito nel 1989 da Israele del riconoscimento di Giusto tra le Nazioni. La vita di Raul e Marian viene sconvolta dall’arrivo dei tedeschi e la presa del potere da parte dei nazisti ungheresi. I due fratelli si ritrovano ben presto soli, costretti a trovare il modo per sopravvivere contando solo loro forze. Così, Marian inizia a trascinare il fratello da un rifugio all’altro, alla ricerca di un uomo che piò salvarli. Quell’uomo è Giorgio Perlasca, l’uomo che, fingendosi l’ambasciatore spagnolo a Budapest, tra il 1944 e il 1945 riuscì a salvare più di cinquemila persone dalla Shoah.
Fino a quando la mia stella brillerà
Daniela Palumbo ha raccolto la testimonianza di Liliana Segre, allora bambina ebrea deportata ad Auschwitz. L’orrore dell’Olocausto è raccontato attraverso gli occhi e le emozioni di una bambina che non si spiega perché debba abbandonare la sua scuola, ma nessuno le sa dare una risposta. Tutto cambia, nell’indifferenza di molti. Proprio su questo punto, sul fatto che la vita di Liliana è una vita comune, in cui tanti bambini potrebbero identificarsi, sul fatto che Liliana potevo essere io, potevi essere tu.
L’amico ritrovato
Pubblicato per la prima volta nel 1971, il libro, fa parte della Trilogia del ritorno, insieme a Un’anima non vile e Niente resurrezioni, per favore. Il romanzo, da cui è stato tratto il film omonimo nel 1989, racconta l’amicizia impossibile, nella Germania nazista, tra Hans Schwartz, un bambino ebreo di buona famiglia, e Konradin von Hohenfels, di nobile famiglia tedesca. L’amicizia tra i due ragazzini inizia a incrinarsi a causa del serpeggiante antisemitismo sempre più manifesto nella società tedesca. Hans viene mandato a vivere dai suoi nonni a New York. Molti anni più tardi, Hans riceve un invito a donare dei fondi per la costruzione di un monumento in memoria degli ex alunni della sua vecchia scuola. Mentre scorre l’elenco dei nomi, incredulo, si imbatte proprio in quello di Konradin. Il suo amico di infanzia, infatti, ricredutosi sull’ideologia nazista, era stato giustiziato perché complice di un attentato contro Adolf Hitler.
Il giorno che cambiò la mia vita
Cesare è un bambino come tanti: vive in una famiglia amorevole e agiata, va a scuola, gioca con gli amichetti ai giardini, si diverte con il fratellino più piccolo. Un giorno scopre leggendo il giornale dei grandi che la comunità ebraica, alla quale appartiene, è stata messa al bando dallo Stato italiano. Cesare dovrà rinunciare a tutto: alla propria città, alla propria casa, al proprio nome, alla propria identità, pur di rimanere in vita ed evitare l’arresto, il carcere e la deportazione. Una storia di un bambino che ha vissuto sulla propria pelle le ingiustizie, la paura e la violenza, ma non ha mai smesso di lottare per la propria felicità.
La guerra di Catherine
Rachel è appassionata di fotografia.Lo scoppio della guerra la costringe ad abbandonare la scuola, cambiare paese e cambiare nome. Rachel diventerà Catherine e della ragazza spensierata che era rimarrà la sua Rolleiflex attaccata al collo con la quale continuerà a posare lo sguardo su persone, luoghi, emozioni Fotografare significa per lei rimanere attaccata alla vita, ma anche denunciare l’orrore, la violenza e le nefandezze della guerra. Una graphic novel che prende spunto da una storia vera raccontata nell’omonimo romanzo di Julia Billet (la madre dell’autrice era una di quei bambini).
Presto torneremo a casa
Quando Tobias aveva sei anni rimase nascosto per cinquanta giorni in una soffitta per sfuggire ai nazisti. Per il suo compleanno Livia ricevette una bicicletta rossa che aveva tanto desiderato, un anno dopo fu stabilito che gli ebrei non potessero detenere mezzi di trasporto e Livia fu costretta a rinunciarci. Di due famiglie numerose Selma e sua sorella furono le sole a sopravvivere all’Olocausto. Quando il campo di Bergen-Belsen fu liberato Susanna era così debole che dovette essere trasportata in braccio fuori dalla baracca. Quando la Seconda guerra mondiale finì ed Emerich venne portato in ospedale aveva 21 anni, era alto 175 centimetri e pesava 34 chili. Elisabeth era sola quando arrivò in Svezia, ma al sanatorio incontrò altri ragazzi ebrei che come lei erano sopravvissuti e insieme formarono una piccola famiglia. Tobias, Livia, Selma, Susanna, Emerich ed Elisabeth sono i bambini e gli adolescenti protagonisti di questa graphic novel che raccontano di come hanno attraversato l’orrore della guerra, sfiorato la morte e perso amori ed affetti, ma sono sopravvissuti. Hanno trovato una nuova casa, una nuova famiglia e trovato un motivo per continuare ad amare la vita.