Agata nel paese che non legge

27 Febbraio 2022 | Gruppi di lettura

Per il primo appuntamento del gruppo di lettura dedicato agli adulti, che abbiamo deciso di chiamare Pepite, presentiamo Agata nel paese che non legge, di Alessandro Ghebreigziabiher, pubblicato dalla casa editrice NEM.

Per partecipare ai gruppi di lettura è sufficiente venire in libreria. Prossimo appuntamento per il gruppo adulti sabato 26 marzo alle ore 17:30.

Puoi leggere la presentazione del libro in questo post oppure ascoltare l’audio presentazione nell’episodio del Podcast.

Qui puoi dare un’occhiata alle foto della presentazione del libro in libreria con l’autore Alessandro Ghebreigziabiher, Cecilia Moreschi nel ruolo di Agata, e la musica dal vivo della band Carla senza di noi.

Agata Toccaceli

Agata Toccaceli, il cognome della protagonista della nostra storia già dice tutto: è ambiziosa, punta in alto, ma senza megalomanie. Diciamo che è una di quelle persone che in una caduta non vede tanto un fallimento quanto l’occasione per ripartire con più slancio di prima.

Se però state pensando ad un’eroina dalle fattezze statuarie e dall’indefessa capacità di compiere ogni volta la scelta giusta con intrepido spirito di abnegazione avete decisamente sbagliato tiro.

Agata non rientra nei canoni delle bellezze da copertina, complici anche le sue vistose orecchie a sventola, ama bere in compagnia e quando c’è qualcosa che non va nella sua vita, che stride, lei cambia. “Una tagliata con l’accetta” potrete dire, e già va meglio, ma sarebbe ancora meglio dire che “è lei l’accetta”.

Agata nasce a Montenevo, un paese di poco più di tremila anime dove ogni cosa è tipica, si conoscono tutti, ciascuno è imparentato con mezzo paese e la sera non c’è granché da fare.

Si trasferisce nella grande città dopo il diploma, ottenuto in realtà non senza qualche patema.

Un anno infatti Agata viene bocciata: per le troppe assenze è la versione ufficiale; a causa della malattia terminale del padre, quella vittimistica; per colpa del suo carattere ribelle e anarchico è la versione che lei stessa preferisce. In realtà sono tutte parti della verità, una verità che nessuno possiede o riesce ad immaginare.

Quell’anno era l’anno in cui la malattia del padre di Agata avanzava inesorabile progredendo sempre più veloce mese dopo mese.

Era l’anno in cui Antonio, il fratello minore di Agata, avrebbe dovuto prendere in mano la panetteria di famiglia, ma era stato arrestato perché ritenuto colpevole per l’incendio del bar nella piazza; nessuno a dire il vero si era realmente fermato a pensare se Antonio lo fosse davvero colpevole, ma era il drogato del paese e quindi il colpevole perfetto.

Quell’anno era stato l’anno in cui Agata aveva scelto di rimanere chiusa in casa, uscendo soltanto per dare una mano alla sorella Renata per mandare avanti la panetteria.

Era stato l’anno della rivelazione. Seduta in cucina, incredibilmente stanca, in una sera di fine gennaio, Agata aveva alzato lo sguardo verso la porta che si apriva sul salone, seguendo la luce che si posava sui libri della maestosa libreria in mogano. Agata poteva scegliere se trovare salvezza e conforto nella droga, come suo fratello, o nella depressione, come sua sorella. Invece aveva scelto i libri. Agata aveva capito che la possibilità di essere e di diventare ciò che desiderava davvero aveva a che fare con i libri.

Con il diploma in tasca Agata si iscrive all’università nella grande città. I suoi compagni di corso hanno le idee già chiare sul loro futuro: molti saranno scrittori, critici, bibliotecari.

Agata sa, sì, che il suo lavoro avrà a che fare con i libri, ma non anche con la scrittura, bensì proprio con la lettura e lo studio dei libri. Il suo desiderio è quello di riunire la gente più disparata sotto lo stesso tetto per farsi domande, per accettare che talvolta alcune domande non abbiano risposta, per dialogare, per conoscersi a partire dal racconto di un romanzo, di un saggio o dalla lettura di una quarta di copertina. Certo, un posto del genere esiste già da tempo, si chiama libreria, quella che ancora non esisteva era la sua libreria.

Libri con le orecchie

Sarà dura, molto dura, per Agata realizzare il suo desiderio.

Le migliori intenzioni, la passione, la forza di volontà non fanno sempre rima con le parole del commercio, delle norme, della burocrazia, del denaro. Non basta amare i libri e la lettura per riuscire ad aprire e mantenere in piedi una libreria e, credetemi, ne so qualcosa.

Non basta la competenza, la costanza e la dedizione, anche le migliori idee possono fallire per cause completamente indipendenti dalla nostra volontà e nonostante le nostre capacità. La letteratura ci fornisce immagini per pensare, ma per dare forma e corpo ai pensieri occorre che l’immaginazione si sporchi un po’ con la realtà.

Questa storia del “se vuoi, puoi” ha già mietuto abbastanza vittime.

Per prima cosa la ricerca del locale adatto: troppo costosi i locali spaziosi del centro, Agata riesce a trovare il posto giusto in una zona un po’ più periferica e non trova solo il locale adatto, ma anche l’amore.

Poi le pratiche per l’apertura della partita Iva, delle posizioni INPS e INAIL, l’iscrizione in camera di commercio, alle associazioni di categoria, le richieste delle autorizzazioni comunali.

E poi il pizzo. Una cifra da sudori freddi e tremori in tutto il corpo.

Pagare? E ritrovarsi con ancora meno soldi a fine mese, dover lavorare di più e inventarsi altre cose per aumentare le entrate? Cedere alla vigliaccheria e assecondare i criminali? Diventare complici, legittimare la prepotenza? Pagare e correre il rischio di veder aumentare il pizzo per ritrovarsi comunque in balìa dei debiti e fallire?

Non pagare? E continuare a lavorare in tutta tranquillità, guardando il futuro a testa alta con l’orgoglio di non aver ceduto all’arroganza. Correre il rischio di minacce e vendette, che qualcuno che ami possa essere ferito.

Pagare non per paura, ma per amore. E poi l’equivoco, uno sgarbo che andava punito. E la disperata ricerca di una nuova normalità, che passa anche attraverso la scelta di fare altre scelte: perché se vuoi finalmente ottenere un esito diverso, devi fare qualcosa che sino a quel momento non eri disposta a fare.

A volte cambiare è vitale, ma è possibile farlo restando se stessi? Possiamo modificare il nostro comportamento e allo stesso tempo, conservare la nostra essenza, coerenti con chi eravamo, siamo o saremo?

Una storia di amore per i libri e la lettura

La storia di Agata è una storia d’amore con i libri e la lettura. Anzi, di persone e libri, libri e persone, senza soluzione di continuità. Perché la lettura di un libro rende innanzitutto possibile la rilettura di noi stessi e della nostra esperienza del mondo.

I libri entrano nella nostra vita creando un prima e un dopo.

I libri aprono a infinite possibilità di lettura, portano dentro il seme fecondo dell’educazione libertaria, dell’autonomia della mente, della libertà delle scelte.

I libri sono vivi, hanno un corpo che attrae e sprigiona energia.

Il cuore del libro è impossibile da raggiungere solo nel libro.

In Italia legge davvero chi non legge

L’Italia è la sesta editoria al mondo dopo Usa, Cina, Germania, UK e Francia e la quarta in Europa. Le copie di libri vendute nel 2021 sono 115,6 milioni, +18% rispetto al 2020, una crescita che in Europa ci colloca dietro solo alla Germani, davanti a Gran Bretagna e Francia. I libri occupano il primo posto nel ranking delle industrie dei contenuti culturali, davanti alla Pay-TV, al cinema, ai videogames, alle mostre ed esposizioni, al teatro e alla musica.

Ecco, la vendita dei libri è in crescita, ma i lettori sono in calo: dal 59% al 56%. Come mai si vendono più libri ma le persone che leggono diminuiscono sempre più?

Succede questo: i lettori forti leggono e acquistano sempre più, i lettori deboli sempre meno. Legge chi può permetterselo, e perciò risulta vero che le differenze geografiche, anagrafiche, di genere, di reddito, le disparità nella società italiana, soprattutto dopo l’impatto devastante della pandemia, pesano anche e molto sulla lettura.

La lettura è indispensabile e non dovrebbe mai essere un privilegio. E questo vale ancora di più se pensiamo che in Italia legge di più chi non sa leggere: il 77% della popolazione 0-3 anni legge, colora, sfoglia libri o albi illustrati tutti i giorni fuori dall’orario scolastico; percentuale che sale al 93% nella popolazione 4-6 anni.

I libri si comprano in libreria

E dove si comprano i libri? In libreria! Non sono io a dirlo, ma effettivamente mi riempie di orgoglio leggerlo. Non c’è amazon che tenga: le librerie rappresentano il primo canale di vendita davanti agli store on line, seppure in rapida crescita, e alla GdO in netto calo.

Cosa ci dicono in sintesi questi dati? Che il mercato dei lettori è trainato da chi ancora non legge, quindi, dai genitori che comprano libri per i propri figli, e che li comprano in libreria, ma non tutti hanno accesso ai libri.

Questo significa che la storia di Agata e della sua libreria non è solo un romanzo: una libreria di quartiere è davvero un nuovo modello di fare cultura. Non è solo il luogo dove si vendono i libri, ma il luogo di incontro con i libri, dove leggere un libro diventa un’esperienza culturale.

Abbiamo bisogno della cultura come dell’aria: per esistere come individui e come persone che appartengono a una società. La cultura ha infatti un valore identitario: capiamo chi siamo, da dove veniamo e dove vogliamo andare grazie alla cultura e questo valore identitario determina il nostro radicamento in una comunità.

Cosa possono fare i libri e una piccola libreria di quartiere

Incredibile cosa possano fare un libro e una libreria di quartiere.

Perché leggere non è soltanto scorrere gli occhi sulle parole che riempiono le righe di una pagina. Leggere è un’esperienza meravigliosa, non c’è nessun investimento dal guadagno così smisurato come l’acquisto di un libro.

Un libro è la possibilità di vivere tutte le vite che vogliamo: ci porta in una lingua e in un mondo che non conosciamo, ci separa da noi stessi, da quelle che fino a quel momento sono state le nostre convinzioni, a volte ingombranti, a volte troppo strette, o troppo fragili.

Questo significa leggere. E l’esperienza di lettura, specie se condivisa, anche attraverso un podcast, può trasformare i singoli individui in una comunità.

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